I bravi tangueri li porta la cicogna?

Posted: Settembre 10th, 2015 | Author: | Filed under: General | Tags: , | Commenti disabilitati su I bravi tangueri li porta la cicogna?

Sono un principiante, ho mosso i miei primi passi nel mondo del tango poco meno di un anno fa.
È stato un colpo di fulmine.
I corpi, gli abbracci, gli equilibri, le dinamiche, gli inviti, ballare stretti in milonga, gli incidenti (scusa scusa), i vals e le milonghe (non le ho mica ancora capite quelle). Insomma la malattia in forma grave.
Ma non voglio parlarvi della cotta che mi sono preso per il tango.

Vi voglio parlare delle mie impressioni nell’avvicinarmi per la prima volta a questo mondo. Merce rara, dato che di gente brava che parla e scrive sul tango ce n’è in abbondanza, mentre lo spazio per i principianti per dire la loro semplicemente non c’è.

La prima cosa che ho scoperto entrando nel mondo del tango è che spesso (molto molto spesso) quelli bravi non vogliono ballare con i principianti. Sembra una cosa banale, vero? La si dà per scontata.
Ovviamente ci sono delle motivazioni valide: ballare con una o un principiante è poco divertente e a volte anche rischioso… Tutto vero, me ne sono reso conto imparando e diventando un po’ più bravo: ballare con i meno bravi è spesso noioso e a volte spiacevole.

Esistono varie eccezioni: esistono le persone gentili, che si prendono cura dei neofiti e li accompagnano nei loro primi passi oppure esistono le belle ragazze che saranno comunque invitate a ballare anche se non sono in grado.
Tutto sommato però si ha spesso l’impressione che i tangueri più o meno bravi si degnino di ballare con i nuovi arrivati, gli facciano un piacere.

Bhè, io sono convinto che qui ci sia un misunderstanding, una percezione falsata.

Partiamo dal presupposto che tutti sono stati principianti, e che nell’avvicinarsi ad un nuovo mondo tutti avrebbero voluto essere accolti dalle persone che quello spazio già lo frequentavano. Siccome stiamo parlando di tango, l’accoglienza passa necessariamente anche attraverso il ballo.

Da qui il titolo di questo post: a volte sembra che non sia chiaro da dove vengono i bravi tangueri, sembra che manchi la consapevolezza che i principianti di oggi sono i futuri avanzati. Che la schiappa a cui oggi rifiuti una tanda tra un po’ di tempo potrebbe essere il ballerino meraviglioso con cui non ballerai mai proprio perché si ricorda di quella volta che gli hai detto di no. Di più, i principianti sono il potenziale umano con cui far crescere la comunità del tango ed è interesse di tutti che possano crescere e imparare non solo dai maestri, ma dalla comunità stessa.

Spesso ho l’impressione che quelli bravi si considerino un gruppo chiuso che evidentemente si riproduce per generazione spontanea. A mio avviso questo atteggiamento elitario rischia di diventare una forma di selezione all’ingresso che tende ad allontanare quelli che nel tango cercano qualcosa di più che una vetrina per il proprio ego.

Se si immagina il tango come un ballo di comunità in cui la qualità del ballo è sì un aspetto fondante, ma è comunque un pretesto, un fattore di aggregazione, uno spazio di crescita personale, una forma di comunicazione corporea – e io me lo immagino così – allora non c’è nulla che ritengo più deleterio di ridurlo a uno spettacolo di bravura, ad un club esclusivo a cui possono accedere solo i migliori e gli altri (forse) possono stare in disparte a guardare come sono bravi quelli bravi.

Quindi, coccola il principiante! Ne ha bisogno lui e ne hai bisogno pure tu (anche se non lo sai).


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